Arte

Un Abbraccio universale. Figure di una tenerezza

di Edoardo Callegari

In data 25 aprile 2023 si è inaugurata presso il Piccolo Museo Della Poesia la mostra "L’Abbraccio" dell’artista Cesare Catania, nominato unico Ambasciatore della giornata mondiale dell’abbraccio 2023.
L’organizzazione della mostra rappresenta la prima ufficiale collaborazione da me voluta tra il Piccolo Museo Della Poesia e il Segretariato del Summit mondiale dei premi Nobel per la Pace, che eccezionalmente ha concesso il Patrocinio. Per tale mostra ho scritto anche gli interventi critici del catalogo dal titolo: "Nel labirinto di Khôra" e "Un abbraccio universale. Figure di una tenerezza".

"(…) Adamo (Hā’āḏām - il suolo rosso) ed Eva (Hawwāh - la Vivente) “furono nudi”. La parola della Genesi non dice che si accorsero di essere nudi, ma che furono spogliati della Gloria divina che li abitava e rivestiva, e questo non tanto a causa della disubbidienza circa la proibizione dell’albero della conoscenza del bene e del male, quanto per avere imputato a un “Tu” divino la corresponsabilità alla tentazione: “La donna che Tu mi hai messo a fianco mi ha dato da mangiare di quel frutto".
Un essere a fianco che, da cammino insieme, corpo a corpo, abbraccio costola a costola, diviene occasione di accusa e universale divisione dal divino. Eppure, per quale motivo esisteva una proibizione nel luogo di pienezza di relazioni perfette?
Nella tradizione biblica, affinché esista lo spazio dell’umano, deve esistere sempre un resto, un punto di vuoto, un Reshit, che è primizia e residuo, per garantire spazio all’incompiuto del desiderio, affinché in questa apertura abiti il desiderio stesso, che è vita.
Allo stesso modo, vuoto è il centro dell’Arca dell’Alleanza, un vuoto separa le parole di balbuzie di Mosé, profeta della Parola.
La disobbedienza dei padri ha violato la necessaria persistenza di questo resto, che ha dovuto essere ristabilito, passando da un comandamento rispetto una realtà esterna, alla sostituzione del resto e del vuoto col proprio corpo, ora denudato della Gloria, in totale kenosis. “Parlare con l’impasse/del faccia a faccia,/della sua significazione espatriata”, canta il poeta Paul Celan, nella raccolta Schneepart... Significazione espatriata della identità del soggetto; significazione della convenzionalità dei segni; significazione delle relazioni e del vissuto.
Solo un abbraccio può restituirci la significazione, perché noi non abbiamo un corpo, siamo un corpo; non abbiamo un’anima, siamo un’anima, senza alcuna dicotomia; creati anima e corpo nello stesso istante.
Allora, che cos’è il corpo che si abbraccia o con cui abbracciamo? Non solo un corpo proprio, ma una “Arca della carne”, che non sarà solo riducibile alla sua corporeità organica, ma che sarà carnalità della apertura al divino. Un vissuto di carnalità che rinnova tutto il corpo. Una "attesa della carne", in cui la nostra anima non ha bisogno di trovare il suo corpo, ma in cui la nostra carne si faccia tutt'uno con la carne degli altri affinché insieme costituiamo finalmente il corpo carnale di una umanità conciliata.

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