Ἀνάβασις
di Edoardo Callegari
Dag Hammarskjöld (Jönköping, Svezia 1905 – Ndola, Zambia 1961), è stato eletto Segretario Generale delle Nazioni Unite il 07 aprile 1953 e riconfermato per un secondo mandato. Il suo servizio internazionale si è interrotto nella notte tra il 17 e 18 settembre 1961 a seguito di un attentato aereo sui cieli del Congo, dove stava ottenendo risultati di pacificazione a seguito della secessione del Katanga dal Congo stesso.
Alla sua morte gli fu conferito postumo il Premio Nobel per la Pace (unico caso nella storia del premio), ma soprattutto fu rinvenuto nel suo appartamento newyorkese un diario intimo dal titolo Vägmärken, “Una specie di libro bianco sul mio commercio con se stesso ... e con Dio” (dal messaggio accompagnatorio del manoscritto indirizzato all’amico Leif Belfrage). All’uomo che nel giorno della nomina all’incarico internazionale quando ancora i poteri e le competenze delle Nazioni Unite erano pressoché da definire, scrisse sul diario: “Io sono il recipiente. La bevanda appartiene a Dio. E Dio è l’assetato”. A quest’uomo ispirato dalla lettura della “Imitazione di Cristo”, si deve riconoscere l’ideazione di una diplomazia preventiva, una ingerenza umanitaria, nonché – qualora non esistano canali di comunicazione tra Stati in conflitto o tra Stati di cui uno non sia membro del Consiglio di Sicurezza – l’idea che sia il Segretario stesso con la sua persona, a costituire un canale di comunicazione, in grado di essere attivato senza chiedere agli Stati impegni diretti nei confronti dell’Organizzazione.
Questa visione di pace è stata concepita come servizio totale in una consumazione personale di diamante: "Negato ogni sbocco / il calore mutò / il carbone in diamanti" (Vägmärken, 13 settembre 1959) - che avvicina la figura dello statista svedese ai grandi mistici medioevali su cui meditava costantemente: "Il mio corpo come un rubino brillerà davanti a Dio / quando la sua impurità sarà nel fuoco assorbita". (A. Silesius – Pellegrino Cherubico Vol. III).
Fino alla pura perdita di un sacrificio personale la cui grandezza è stata da subito evidente alla persone a lui più vicine; in particolare all’amica Greta Belfrage che, scrivendo al marito Leif destinatario del diario intimo, ammise (una ammissione legata ad un personale sentire, certamente): "Guardo la tua foto di Ndola e naturalmente sappiamo, anche se non lo diremo mai a nessuno, che era un santo". Ndola, il luogo del disastro aereo in cui cadde vittima Dag Hammarskjöld che, appena prima di salire sull’aereo rivolse al funzionario ONU in Congo Sture Linner parole di ammirazione per i mistici medioevali, in cui l’amore era un surplus di potenza che li colmava completamente quando cominciavano a vivere dimenticando se stessi.
"Santificazione: essere la luce o nella luce, cancellato così che essa possa nascere, cancellato così che possa essere raccolta e diffusa" (Vägmärken, anno 1957). Una pura perdita di sé al centro degli eventi storici mondiali come un centro di quiete, una extase blanche parallela a quella posta al termine del suo percorso mistico nella Faiblesse du Croire da Michel De Certeau: "Alors s’insinue la captation de ce qui est sans nous, la blacheur qui excède toute divisione, l’extase qui tue la coscience et éteint les spectacles, une mort illuminée".
Cercando di esplicare la densità di questo orizzonte esistenziale ed epocale, come sogno di pace e servizio, si può comprendere il senso di un edificare nel Palazzo di Vetro la “Città di Deioce le cui terrazze sono il colore delle stelle” (Cantos LXXIV- Ezra Pound). Deioce, un saggio che si distinse per la sua giustizia e per ciò fu chiamato dalle genti della sua terra e dei pressi come Re. Secondo Erodoto, egli fece edificare una città con sette mura circolari e di diverso colore, fino alle ultime due, trattate dall’argento e dall’oro. I muri hanno una funzione di mantenimento della "sanità"; e Deioce è colui che edifica in cerchi concentrici secondo il "colore" della Giustizia (Δíĸη). Fino all'argento e all'oro che hanno la loro terapeutica nella perfetta e "naturale" adempienza di ogni gerarchia, restando fedeli alla propria natura di colore o "metallo". Fino alla trasparenza del vetro del Palazzo dell’ONU. In quella "obiettività" epica dell'omerico Erodoto, in quella "ragione" che cerca la critica del giudizio e fondamento storico del giudizio stesso, in quella pura perdita che non esprime il rammarico della perdita, ma la gratuità della purezza, è la storia di un uomo di pace.
Il poeta Paul Celan, nella raccolta Schneepart afferma; "Parlare con l’impasse/del facie ad faciem,/della sua/significazione/espatriata". Significazione della identità del soggetto; significazione della convenzionalità dei segni; significazione del senso di cittadinanza. Questo elaborato si propone di cercare quale possa essere la soluzione al vicolo cieco di una nostra attuale significazione espatriata, per una renovatio di un progetto di pace secondo l’eredità di Dag Hammarskjöld.